Nel mio amato paese, Rosolini, si è appena concluso l’evento “Street Art…la città che verrà”.
Sono stati giorni di grande fermento in cui muri, saracinesche e numerosi angoli della città si sono trasformati in opere d’arte, rendendo il centro storico un vero e proprio museo a cielo aperto.
“La città che verrà”, questo il tema dell’evento che è stato il fulcro e il motore che ha spinto i numerosi artisti a immaginare una città rivolta al futuro, una città che supera le difficoltà e i tempi bui e rinasce più splendente che mai.
Passeggiando tra le vie del centro, sono stata invasa da una grande gioia per quello che stava succedendo intorno a me, ho visto un paese a colori, allegro e vivo, in cui arte, musica e cultura si mescolavano insieme sinuosamente e in cui molti cittadini davano il proprio contributo, dai politici alle associazioni, dalle scuole ai commercianti.
Sappiamo bene che l’arte possiede il potere dell’immediatezza comunicativa, è veicolo di messaggi e di emozioni ma la Street art ha addirittura un potere in più, quello di trasformarsi in una rivoluzione culturale e urbana, punto di riferimento, di scontro ma soprattutto di incontro. Così i muri e le strade diventano mezzi di denuncia, ma anche strumenti di riqualificazione urbana, utili per conferire una nuova e diversa coscienza civica.
Ci sarà pure un motivo se la street art è presente e diffusa nelle più importanti città del mondo, dalla Spagna a Berlino, da Londra al nostro bel Paese.
Dal suo boom negli anni ’80, grazie a Keith Haring e Jean-Michel Basquiat (diventati i portavoce di un movimento diventato global), fino ad arrivare ad oggi con Banksy, la Street art ha avuto un percorso interessante; infatti grazie al suo valore simbolico e contenutistico, è riuscita a proporsi in maniera sempre più ricercata, dialogando con mondi lontani tra loro e creando spazi per diverse tendenze stilistiche.
Una forma d’arte unica e originale che ha lasciato il segno anche a Rosolini durante questa “tre giorni”, scuotendo gli animi e lanciando dei messaggi significativi che ognuno di noi ha colto e interpretato.
Tra i temi ricorrenti, il legame tra il passato e il futuro, rappresentato da tre conchiglie (simbolo della famiglia Platamone, una delle famiglie storiche più importanti del paese) e un’aquila (simbolo del comune di Rosolini) che vola ad ali spiegate verso un futuro prospero; un connubio perfetto per confermare che non esiste futuro senza passato, che per costruire un domani migliore non dobbiamo dimenticare le nostre radici.
Un altro tema presente è il viaggio, inteso come perdita ma anche come speranza, come partenza ma anche ritorno, come vecchio e nuovo che convivono insieme perché indispensabili l’un l’altro. Due giovani con la valigia in mano salutano i propri affetti e la propria terra, pronti a rimboccarsi le maniche alla ricerca di un futuro migliore. Ma in questo grande viaggio cosa porteranno con sé in valigia? Di certo le cose più preziose, le loro origini e la loro identità, senza le quali non potrebbero affrontare l’avvenire e immagino che dentro quella valigia ci sia anche una parola chiamata “speranza”, la speranza di ritornare un giorno nell’amata terra.
E ancora gambe di uomini e donne che passeggiano ad auspicare una rinascita del centro storico, luogo di incontri, commercio e vita quotidiana.
Un carrubo (simbolo di Rosolini), accompagnato dall’immagine di un sole che tramonta e poi sorge, anche qui riecheggia indubbiamente il significato di un paese che ormai tramontato può ancora sperare in una nuova alba.
Una donna sognante ed entusiasta realizzata con la tecnica del fumetto e in stile pop esclama qualcosa, ma cosa? Qui l’interlocutore è stato lasciato volutamente libero di immaginare le parole più idonee al suo stato d’animo, ma non ho dubbi che si tratti di parole di positività e ottimismo.
Questi ed altri ancora i messaggi di speranza che hanno colorato la nostra ridente cittadina.
Mi piace pensare che queste immagini artistiche, che da ora in avanti animeranno il nostro paesaggio quotidiano, possano diventare strumenti di comunicazione efficaci a far sì che ognuno di noi raggiunga una nuova consapevolezza. Quale? La consapevolezza di sentirsi parte integrante della propria città, sentendo nel proprio cuore la responsabilità e il dovere morale di agire per il bene comune, rispettandone ogni angolo e ogni muro, perché questo luogo è nostro, è di tutti, è parte integrante della nostra identità.
L’arte vuole essere parola che rimane, non solo nella forma fisica, nella materia, nel colore, ma certamente nell’intento che travalica tempo e luogo. Con la creazione abbracciamo, plasmiamo la parola in una trama di fili che legati stretti l’un l’altro creano il pensiero. E se il pensiero è positivo, il nostro futuro sarà roseo, infatti come diceva Albert Camus “L’arte è dare forma al proprio destino”.
Ringrazio coloro che hanno reso possibile tutto questo.
Photo credit: Comitato Street art Rosolini e Mara Giamblanco.